
L'articolo che segue, fatto interamente di pezza e tenuto assieme da colla e graffette da cancelleria, è totalmente inutile: LittleBigPlanet è bellissimo e non lo puoi leggere affatto. Appena parte Cornman (Kinky), con quella linea di basso e la fisarmonica rock, mi ci gioco le scarpe e pure il pad, sei già col tuo Sackboy che balli sfrenato. Perché, dieci minuti prima, manco fossi nella bat-caverna con Alfred, la voce italiana di Michael Cain ti ha insegnato che hai quattro possibili espressioni facciali, che con il movimento del Sixaxis (era ora!) animi quel gomitolo marroncino e che con i dorsali inferiori gli afferri le braccia e gli fai fare quello che ti pare, basta che vai giù duro con gli stick analogici. Ti ha insegnato, poi, che il Popit è una gran bella invenzione, che con la X si salta più o meno in alto e che, in fondo, trascorrere ore a indossare vestiti e provare travestimenti, perdendosi nelle combinazioni più ardite, non è poi quel narcisistico vezzo da biasimare così tanto. Ma, se proprio volete sprecare il vostro tempo a leggere questa recensione (occhio che è lunga), piuttosto che giocare con (e dentro) LittleBigPlanet, sappiate almeno una cosa: quello che avete fra le mani, oltre che un avanzato editor di mondi ludici, è anche un platform di quelli tosti e irriverenti, già pronto da giocare.