sabato 27 settembre 2008

Metal Gear Solid: Portable Ops

La pregevole trama di Metal Gear Solid: Portable Ops rappresenta un'azzeccata congiuntura narrativa tra Snake Eater e il primo episodio per MSX, vecchio ormai di vent'anni. Macroscopiche differenze tra la versione americana e quella europea del titolo handheld di Kojima Productions non ve ne sono, eccezion fatta per la localizzazione in italiano, che agevola non di poco la fruizione delle abbondanti porzioni di testo proposte.

Resta il fatto che Portable Ops, accantonando le destabilizzanti dinamiche del card game, spazza via il ricordo dei due discutibili Ac!d e battezza la prima vera missione tascabile di Naked Snake, con un UMD che straborda di contenuti off/online.

TATTICHE BELLICHE DI PERSUASIONE

L'intrigante narrazione è punteggiata, in perfetto stile Metal Gear Solid: Digital Graphic Novel, dalle coinvolgenti tavole firmate Ashley Wood e da un comparto sonoro capace di valorizzare l'azione in corso con la corretta dose di pathos. Ma, se da un lato è possibile ritrovare le meccaniche di gioco che da sempre caratterizzano l'epopea del serpente, Portable Ops supera il concetto di semplice miniaturizzazione, offrendo molteplici approcci ludici, preclusi, sinora, persino alle versioni da salotto. Giungere spediti alla meta della singola missione (selezionabile di volta in volta tramite un intuitivo sistema di Hot Spot), alternando il già noto CQC alle tradizionali movenze felpate di Big Boss è puro e disimpegnato divertissement da stealth "mordi e fuggi".
Laddove la fruizione frettolosa del titolo di Kojima è agevolata da una struttura delle (brevi) missioni calibrata sull'intrattenimento portatile, però, reclutare preziosi alleati e metter su un proprio esercito (che verrà poi impiegato nelle sessioni online) è quanto di più profondo e innovativo Metal Gear Solid: Portable Ops possa offrire all'utenza PSP.

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