mercoledì 17 settembre 2008

Devil May Cry 4

Se non fosse che l'irritante tutorial "giocato" distrugga il ritmo dell'iniziale scontro fra Dante e Nero, il primo quarto d'ora di Devil May Cry 4 sarebbe senza dubbio il più esaltante e adrenalinico che la storia dei videogiochi ricordi. Il ghigno spavaldo di Dante, di quello che, in fondo, la sa più lunga, tradisce una certa superiorità bellica. Ma l'inattesa abilità di Nero sgretola all'istante ogni convinzione sinora certa. Va da sé che perdersi in onirici paragoni su chi sia più forte tra i due acchiappademoni diventa una pratica a cui è impossibile sottrarsi.

È la stessa introduzione del un nuovo personaggio nella saga, inoltre, che assolve all'intento di Capcom: innalzare Dante a leggenda, sfruttando la sua giovane nemesi e, perché no, il consolidato blasone del marchio.
Ma, laddove qualsiasi altro eroe videoludico appeso a quindici metri d'altezza e con uno spadone nel petto sarebbe dato per spacciato, il disumano Dante si divincola con flemmatica scioltezza, quasi annoiato dall'insulso attacco dell'avversario e, dopo aver spazzolato per bene lo stiloso trench, saluta con signorilità e un ironico "adios kid!". Da qui, buon divertimento, incomincia Devil May Cry 4.

Leggi tutto l'articolo-demone su Nextgame.it