
Alone in the Dark, il primo (1992), era sinonimo di angoscia e ansia mai provata prima (e in maniera così invadente) in un videogioco. Significava discendere in malefici gironi videoludici, caratterizzati dal buio più pesto e pervasi da uno stordente senso di oppressione. Voleva dire, insomma, partecipare in punta di piedi alla nascita di un genere, il survival horror, che da lì in poi avrebbe prolificato (a forza di cloni più o meno dichiarati) senza soluzione di continuità. Ma la presentazione di Alone in the Dark in versione PlayStation 3, tenutasi presso lo stand di Atari in quel di Lipsia, sapeva di mea culpa bello e buono.
Venti minuti, insomma, di prova comparativa, a svelare le lacune della versione Xbox 360 (ormai già in vendita nei negozi) e a mostrare pregi e migliorie ora in forza alla versione destinata alla console di Sony (in arrivo a novembre).