
Se, da un lato, l'idea di riproporre in formato UMD la fedele trasposizione di un successo datato 1996 è da interpretare come il più efficace espediente attraverso cui rivivere il primo rhythm game dell'era Sony, la totale assenza di contenuti extra ha un marcato retrogusto di delusione. Trenta euro per scoprire che PaRappa the Rapper in versione PSP è lo stesso identico gioco che undici anni addietro inventò un genere su PlayStation sono (forse) troppi.
Resta il fatto che, una volta impugnata la console, si viene letteralmente travolti da un gameplay tanto semplice quanto intuitivo, così dannatamente accattivante che snocciolare i sei livelli di gioco è questione di un'ora o poco più.
I GOTTA BELIEVE!
La trama che unisce tra loro i sei stage è quanto di più semplice e lineare possa esserci: conquistare il cuore della bella Sunny Funny a colpi di rime. Tamburellare sui tasti per emulare il rap di Chop Chop Master Onion ha un inconfondibile sapore di nostalgia funk e guadagnarsi la patente al fianco della temibile Alce istruttrice di guida restituisce un elementare e irrinunciabile piacere ludico. E l'ottimismo di PaRappa, inoltre, che al motto di "I gotta believe!" trasforma ogni incontro in un surreale duetto canoro, condisce l'intera esperienza, sino all'immancabile epilogo a lieto fine.
Emulare i versi dei sei "boss" è questione di tempismo, senso del ritmo, memoria visiva e coordinazione occhio-mano. Le strofe, dalle battute di lunghezza variabile, impongono assoluta precisione esecutiva, salvo il dover ripetere l'intero livello in caso di valutazione negativa (Bad o, nel peggiore dei casi, Awful). Ma, se rappare nei limiti della sufficienza è questione di un paio di tentativi (e non uno di più), ottenere un Cool è roba da metronomi umani.